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1 | Da Repubblica del 13/03/2006 | ROMA - Vasta operazione della Polizia di Milano, Firenze e Pavia nelle prime ore della mattinata contro un'articolata organizzazione criminale che ha messo a segno più di 10 rapine cruente dall'inizio di gennaio ad oggi. L'operazione a cui prendono parte 300 uomini, è ancora in corso, e finora ha portato al fermo di 9 cittadini albanesi legati tra loro da vincoli di parentela.
Le accuse sono rapina, ricettazione, detenzione illegale di armi ed altri gravi reati. In tutti i casi si tratta di rapine eseguite all'interno di ville di privati, come nel caso dell'irruzione in casa di uno dei proprietari della Sammontana, il 12 febbraio ad Empoli. Gli
investigatori fiorentini hanno anche recuperato due pistole, una delle quali sarebbe stata portata via da una villetta in Versilia, a Tonfano, dove il 4 marzo scorso si è verificata una rapina. La banda è sospettata di essere coinvolta anche nelle rapine avvenute il 5 marzo in una villa a Tavarnelle e il 17 febbraio all'Olmo, nel comune di Fiesole. Il sindaco di Firenze ha espresso il suo "ringraziamento alle forze di polizia" per l'operazione.
Definiti un gruppo di "veri e propri predoni", i ladri avevano l'abitudine di incontrarsi verso sera nella periferia di Milano per organizzare e pianificare le rapine da mettere a segno. I colpi venivano eseguiti sotto la minaccia di pistole, cacciaviti e chiavi inglesi terrorizzando le famiglie sorprese, quasi sempre, mentre erano riunite per la cena. Gli albanesi picchiavano sistematicamente le loro vittime, e dopo aver razziato il possibile, si facevano consegnare le chiavi delle auto dei padroni di casa, spesso di grossa cilindrata, che talvolta venivano utilizzati per rapine successive.
"Si tratta di un'operazione importante che incide pesantemente sul fenomeno delle rapine in villa - dice il questore di Milano Paolo Scarpis - il contrasto alla criminalità esiste". L'operazione delle Squadre Mobili di Milano e Firenze è il prosieguo di un'indagine che tra la fine del 2004 e il 2005 e che aveva portato all'arresto di oltre 30 cittadini albanesi.
Il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, stamane si è congratulato con il generale Luciano Gottardo, comandante generale dell'Arma, "per l'odierna, brillante operazione". "L'applicazione della normativa antimafia anche alle organizzazioni criminali dei nomadi e degli altri gruppi stranieri -ha aggiunto il ministro- è una scelta positiva, che conferisce ulteriore efficacia alle attività di repressione del fenomeno. Ricordo infine che, grazie alle più mirate strategie adottate dalle forze di polizia, le rapine in villa sono diminuite nell'ultimo anno del 18%".
Nello stesso giorno, il Comando provinciale di Asti ha sgominato un'altra organizzazione criminale, composta prevalentemente da nomadi sinti, specializzata in furti e rapine nelle ville e nelle case isolate del nord Italia.
Sono 42 gli ordini di custodia cautelare, quasi tutti a carico di nomadi sinti; 84 le persone complessivamente coinvolte nell'operazione, in gran parte abitanti in provincia di Asti. Due arresti anche a Genova. I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere, alla truffa, dal furto alla rapina, alla ricettazione. In applicazione della normativa antimafia, sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per un valore di due milioni e 500 mila euro, e oltre un milione di euro in depositi bancari.
(13 marzo 2006) |
| Da Repubblica del 25/01/2002 | LA memoria del teatro s'incontra con la memoria storica. Domenica è il Giorno della memoria per non dimenticare la Shoah ma alcune iniziative sono in agenda già oggi, come le letture poetiche che si terranno all'Istituto Tecnico Agrario a cura di Alessandro Quasimodo (via Ginori, oggi ore 11, domani 18.15); in entrambe le occasioni, così come a tutti gli altri appuntamenti del progetto, partecipano membri della comunità ebraica fiorentina. Alla Biblioteca comunale di Fiesole invece (ore 11) il grande illustratore Roberto Innocenti racconta ai piccoli delle elementari la fiabatragedia una bimba ebrea al tempo dei lager. Ieri intanto è partito da Firenze su iniziativa della Regione un treno con 400 studenti di 65 scuole superiori toscane che, accompagnati dagli insegnanti, si sono recati ad Auschwitz.
Fulcro di questo secondo Giorno dedicato al ricordo della Shoah è il progetto «I Cannibaliil pasto della memoria» (da domenica a martedì, a cura di Centrale dell'arte, Metastasio, Regione, Pergola, Università) una tre giorni di spettacoli e conferenze (info www.centraledellarte.it). Spicca nel programma la presenza della compagnia israeliana Teatro di Akko, che presenterà lo spettacolo Anthology con regia di Moni Yosef (lunedì alla Pergola ore 17.30, accompagnato da Don't Touch My Holocaust video sulla nascita dello spettacolo, e martedì al Museo Pecci di Prato ore 21; per soli cinquanta spettatori) che incontrerà il pubblico lunedì alla Pergola (ore 18.30). Akko è una città israeliana confinante col Libano, dove si tiene l'unica rassegna di teatro d'avanguardia del paese. «Nel nostro festival dicono quelli del Teatro di Akko arabi e israeliani lavorano fianco a fianco. Qualche volta la nostra compagnia ha coinvolto, come attori, giovani ragazzi di Akko in bilico fra legalità e malavita. Spesso accettano di recitare con noi con l'unica speranza di 'catturare' una turista. Ma esprimono anche una grande energia così come un talento istintivo, viscerale». Anthology è una parte soft dello sconvolgente Arbeit macht frei, spettacolo itinerante di cinque ore, che ha raccolto premi in tutto il mondo ma anche critiche: l'inizio avviene in un museo dell'olocausto, nel finale l'inno nazionale israeliano è sparato a tutto volume, mentre attori nudi vengono frustrati.
Altro punto di forza della tre giorni è la prima de I cannibali di George Tabori, con regia di Laura Forti e Teo Paoli (domenica e lunedì al Metastasio di Prato ore 21; nel ridotto dal 27 al 29 le foto di Alessandro Botticelli da workshop e prove del lavoro). Il testo dell'ebreo ungherese Tabori, che è stato anche sceneggiatore per Hitchcock, parla di un gruppo di figli di morti ad Auschwitz che, con le testimonianze di alcuni sopravvissuti, ripercorre la tragedia. Due le conferenze: in «Mangiare Memoria» (domenica al Metastasio ore 16) Robert Skloot, studioso di teatro ebraico, parla della scelta nelle drammaturgia di Tabori; e «La Shoah vista dal Medioriente» (lunedì alla Pergola ore 15) con il regista Moni Yosef, il rettore dell'Università di Tel Aviv Shimon Levy, gli artisti Smadar Yaron, Asher Tlalim e Skloot. Lunedì in Sala Vanni (ore 9 e ore 11) concerto ebraica epresentazione del cdrom «Il futuro della memoria» prodotto dall'assessorato alla pubblica istruzione. |
| Da L'Unita' del 15/03/2005 | L'ultima sessione di studio dell'Accademia Europea del Quartetto alla Scuola di Musica di Fiesole proponeva, domenica mattina alla Torraccia, due formazioni di diversa storia: oramai ben consolidata quella del Quartetto Iturriaga, all'inizio di un itinerario comune il recentemente costituito Quartetto Toscano. Il nome è un omaggio allo storico ensemble costituito nel Settecento da Nardini, Manfredi, Cambini e Boccherini, a quanto si sa il primo quartetto d'archi regolarmente costituito. Nella performance del Quartetto, dopo l'impegnativa esecuzione esecuzione del primo Quartetto di Janacek, è stata onorata una delle motivazioni dell'Accademia che ospita in ogni sua sessione anche la musica contemporanea, in questo caso i brevi e lievi Quartetti di Sciarrino, alla definizione delle cui sottili sonorità i giovani strumentisti sembrano aver lavorato con particolare cura e convinzione. Beethoven, l'ultimo Quartetto dell'Op. 18, era invece la proposta del Quartetto Iturriaga, un ensemble basco-tedesco costituitosi nel 1996 a Lipsia e già ascoltato in una delle prime sessioni dell'Accademia del Quartetto. Oramai è un quartetto del tutto formato, caratterizzato dall'eloquenza sciolta e fantasiosa, dalla spontaneità di fraseggio che nel quartetto sono invece la conquista di una preparazione inappuntabile e di un alto livello tecnico. Bravi davvero. Moltissimo successo, esteso anche a Sciarrino, presente in sala. |
| Da La Stampa del 24 marzo 2004 | Ho vissuto un’esperienza artistica per me nuova; ho fatto musica assieme ad un’orchestra di ragazzi, dai nove ai sedici anni. Ci siamo conosciuti, abbiamo provato finoa suonare in un concerto pubblico, a Palazzo Vecchio a Firenze. Non finivamo di ringraziarci l’un l’altro, ma il più commosso ero io, nel ritrovare nell'attenzione e nella felicità del risultato raggiunto, le emozioni e la gioia che provavo alla loro età e che non si dimenticano mai. Dopo il concerto, ho aperto la
porta del mio improvvisato camerino e me li sono visti tutti e cinquanta davanti, ancora per un abbraccio. Piero Farulli, il grande musicista e fondatore della Scuola di Fiesole che mi ha invitato, l'aveva anticipato.: «Ti sorprenderanno per serietà e disciplina». Prove di quattro ore, concentrazione massima, volontà di mettere in pratica i suggerimenti tecnici e musicali che davo: una sinfonia di Mozart scritta quando non aveva ancora compiuto dieci anni, un concerto per due violini di Vivaldi, la suite dalla Carmen di Bizet e le due romanze per violino e orchestra di Beethoven, di difficilissima esecuzione anche per orchestre molto famose, se devono accompagnare il solista senza la guida di un direttore. I1 rapporto era, come evidentemente chiedevano tra musicisti «adulti» e ho avuto 1'impressione che la loro capacità di apprendimento non abbia limiti. Fare orchestra, condividere un obiettivo e insieme raggiungerlo: la musica sa educare, insegna responsabilità, dona meriti e soddisfazioni. E chi ha le qualità, deve essere messo in grado di eccellere, o almeno di imparare bene un mestiere, per poter competere alla pari: la musica è stata sempre un mercato globale e questo implica un’enorme responsabilità per gli insegnanti . Ma a quanti ragazzi viene offerta una simile possibilità? Non ho nulla contro il pop, mi diverto ad ascoltarlo, ma sono certo che se un adolescente fosse messo in grado prima di capire, o anche soltanto di sentire, e poi di scegliere, sceglierebbe la nostra musica, non la dimenticherebbe più. Ha detto Carlo Maria Giulini: “La differenza fra la musica classica e le altre? La stessa che esiste fra sentimenti e sensazioni”. Molte vole si è lamentata la scarsa attenzione della scuola italiana nei confronti della pratica attiva della musica, alla quale sono destinate poche risorse, poco interesse, molta confusione. Non tutti questi giovani musicisti diventeranno professionisti, ma quella bellezza resterà comunque nelle loro persone, e la sapranno trasmettere. Negare alla maggioranza dei ragazzi italiani questa possibilità è irresponsabile.
Salvatore Accardo |
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